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martedì 9 aprile 2013

Chiesa e famiglia numero 1: ci interroghiamo per un cambiamento





Carissimi Genitori, operatori di catechesi, catechisti

 Questa è la prima di alcune conversazioni che vorrei proporvi ogni tanto per stimolare in me e in voi delle riflessioni per migliorare la nostra fede vissuta a  livello personale e familiare: darò degli spunti di riflessione da fare in famiglia, o da usare nei gruppi parrocchiali, negli incontri con i genitori.
Ringrazio fin d’ora quanti leggendo questi appunti vogliano dare dei suggerimenti, fare delle proposte anche sugli argomenti da trattare: sono sicuro che ognuno di voi ne ha tanti.
Potete farlo commentando alla fine dell’articolo cliccando sulla voce “commento” o “nessun commento", con una email ovvero telefonando al numero 3383758534: vi garantisco che risponderò a tutti.
                                                      


     
 




Catacombe cristiane a Roma: qui i primi cristiani si riunivano per l'ascolto del Vangelo, per la preghiera.

Solo così, nascosti, potevano vivere la fraternità, il comandamento dell'amore.

Da qui molti sono andati  incontro al martirio.






Domande, riflessioni in cerca di una risposta



La Chiesa, noi tutti che formiamo il popolo di Dio, ha un Padre, padre di tutti, nessuno escluso sia santo o peccatore: siamo una comunità cristiana.
La comunità cristiana è come un grande organismo che è presente in tutto il mondo: ognuno di noi ne è parte viva. Un gruppo, un organismo, una comunità funziona se ogni sua parte contribuisce al suo funzionamento.

Ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella sua vita un’esperienza o più di vita cristiana, vita di fede: battesimo per i nostri figli, la nostra prima comunione e cresima, anche il nostro matrimonio felicemente celebrato, festeggiato e vissuto cristianamente.
Ognuno risponda sinceramente a se stesso:
-          Se crediamo veramente e fedelmente
-          Se ci siamo fatti una fede per conto nostro
-          Se ci preoccupiamo di conoscere e approfondire la nostra Fede
-          Se ci sentiamo dentro o ai margini della comunità cristiana
-          Quanto incide la fede sulla nostra vita di tutti i giorni: in noi, nella nostra famiglia, nel rapporto con gli altri
-          Partecipiamo alle attività della parrocchia?
-          Preghiamo da soli o insieme in famiglia?

Sicuramente abbiamo celebrato il battesimo dei nostri figli e ci prepariamo o lo stiamo facendo ad avviarli alla catechesi di iniziazione cristiana in preparazione della prima comunione e della cresima.
Abbiamo mai pensato quale è stata la nostra esperienza? Che ricordi abbiamo? I tempi di allora sono gli stessi di oggi o qualcosa è cambiata? O siamo cambiati anche noi? Non è forse vero che i primi insegnamenti cristiani li abbiamo ricevuti in famiglia? Abbiamo fatto lo stesso con i nostri figli? Quale esempio abbiamo dato in modo che anche loro possano un domani ricordarsi di noi come noi dei nostri genitori?
Forse questo è il momento che Dio attendeva per darci una nuova opportunità, darci la mano per riprendere un nuovo cammino di fede, un impegno educativo nuovo per i nostri figli.

Oggi viviamo una realtà differenziata e confusa:

-  Molti genitori, pur cristiani, sono indifferenti al problema della fede: in casa  non parlano di Dio, non pregano, non vanno in chiesa, si avvicinano alla comunità parrocchiale soltanto per chiedere servizi religiosi per tradizione.

- Le separazioni coniugali, i divorzi, le convivenze sono realtà che allontanano dalla pratica della fede  per motivi non compatibili con una vita etica cristiana

- Il catechismo tradizionale, anche se migliorato dopo il Concilio vaticano secondo è concepito ancora in  modo tradizionale e impostato ad una situazione di fede diffusa  per tradizione e non migliorata. 

Oggi le cose sono profondamente cambiate. Continuare una catechesi “ per la vita cristiana e per i sacramenti”, quando la fede stessa non esiste o è molto povera, significa di rievocare un passato che non c’è più con cui non si può costruire un mondo nuovo continuamente in trasformazione: è come rattoppare un vestito nuovo con una stoffa vecchia.
C’è bisogno di creare un mondo nuovo con una fede rinnovata: molti sacerdoti e catechisti sono confusi e scoraggiati, spesso anche loro impreparati ad affrontare una nuova catechesi assieme ai genitori che spesso invitati a collaborare non rispondono: hanno bisogno della vostra collaborazione.

Che fare?

Innanzi tutto c’è bisogno di  una presa di coscienza da parte della comunità, sacerdoti e laici, operatori di catechesi, animatori, catechisti e famiglie, che abbiamo di fronte una massa di battezzati  poco evangelizzati da una parte, e dall’altra poca formazione per una pastorale efficace per rispondere alle sfide attuali e rispondere al futuro di una Chiesa rinnovata. Unirsi per cercare delle vie nuove, creare nuove esperienze.

L’idea lanciata da Giovanni Paolo secondo che “la famiglia precede, accompagna e arricchisce ogni altra forma di catechesi”spinge a riflettere e a cercare modi nuovi per comunicare la fede: in queste situazioni cresceranno le parrocchie che studiano, sperimentano e intraprendono strade nuove, senza paura di sbagliare, senza paura di fallimenti. C’è bisogno di rischiare, e se necessario andare controcorrente. Gesù ci direbbe: “ Non abbiate paura, ci sono anch’io!”.

Protagonisti di questo modo nuovo di proporre una corretta evangelizzazione saranno:

-          Le famiglie intese in senso ampio, aprendo la possibilità di partecipazione anche alle famiglie “irregolari” e a quelle in cui solo uno dei genitori è credente: Dio Padre non esclude nessuno!
-          I sacerdoti saranno la guida diretta o indiretta di questo cammino solo se noi laici parteciperemo attivamente con proposte concrete: da cristiani passivi passare a protagonisti.
-          I giovani che hanno bisogno solo di una cosa: essere ascoltati! Il futuro è in loro mani, diamo loro lo spazio a cui hanno diritto.
-          Ogni operatore di catechesi, i catechisti, gli animatori dell’oratorio uniti in un impegno comune per il bene di tutti: lottiamo contro l’individualismo, primo nemico della fede.

Prendiamo esempio da Papa Francesco che sta con la gente, vuole stare in mezzo alla gente  per comunicare la sua vita di uomo giusto, la sua grande fede di vescovo e di Papa.


        

                              Una delle tante chiese di oggi dove si radunano i cristiani : tempi nuovi!




                                                      
 






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