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venerdì 8 febbraio 2013

Decalogo per i catechisti, operatori di catechesi, animatori



 
Servo di Dio Attililio Giordani, ex allievo salesiano


Questo decalogo è stato steso da Attilio Giordani già avanti negli anni come “succo delle sue convinzioni” e come “frutto delle sue esperienze” in risposta a quanti gli chiedevano il segreto della sua riuscita come catechista. Attilio Giordani, servo di Dio,testimone, credente ed educatore alla fede come marito, padre di famiglia, catechista ed animatore dell’0ratorio.


Limitare la missione di catechista al solo insegnamento costruisce poco.

Il problema è formare i ragazzi e farli vivere cristianamente. Le attività di classe e di gruppo devono tendere a questo.

È necessario vivere ciò che si vuol far vivere.

L’insegnare bene il catechismo, l’essere esperti in pedagogia sono ottime qualità che vengono annullate se la presenza è rara e discontinua da parte del catechista.

Per insegnare ai ragazzi la puntualità alla S. Messa festiva e al catechismo è necessario che il catechista giunga prima del loro inizio.

La classe e il gruppo sono formati da singoli. Ogni ragazzo va conosciuto, amato, seguito anche quando le cose non vanno bene.

Ci vuole costanza: raccoglieranno altri. Ragazzi che oggi 
promettono poco, forse domani saranno apostoli. Cose del genere si ripetono.

Le realtà “classe” e “gruppo” non sono realtà isolate; pur avendo una dinamica propria, vivono le attività comunitarie dell’oratorio e si aprono alla parrocchia e al mondo.

Per stimolare la presenza dei ragazzi, ottima cosa è rendere la vita comunitaria di classe interessante. I concorsi, le gare possono servire allo scopo. Fallimento di queste attività: fare ingiustizie, non esporre periodicamente le classifiche, non dare ai meritevoli il premio promesso.

Quando la classe è vitale, i ragazzi fanno da ponte tra oratorio e famiglia.
Bollettino salesiano Febbraio 2013


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